Quando osserviamo un’opera d’arte spesso veniamo trascinati verso un’altra dimensione, fatta di sensazioni, curiosità, bellezza. Le opere di Chiara Pulselli hanno questa capacità, ci assorbono completamente e ci spingono a indagare. Osservare le sue opere ci porta verso una scoperta continua.

Chiara è una talentuosa ragazza di Oristano che ha un alter ego più noto di lei, Kiki Skipi.

Chiara Pulselli è il mio nome all’anagrafe, ma ormai tutti mi conoscono come Kiki Skipi. È un po’ come l’enigma della figura Clark Kent/Superman: sono entrambe la stessa persona, ma allo stesso tempo diverse. Kiki Skipi nasce dai vari nomignoli che mia sorella mi dava da piccola. Se devo dirla tutta mi piace di più essere Kiki, in queste vesti mi sento a mio agio e più libera.

 

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Kiki disegna fin dal bambina, incoraggiata dalle maestre dell’asilo che notano in lei un particolare talento e appoggiata dalla sua famiglia:

Ricordo che alla scuola materna le maestre mi spronavano tantissimo ed erano sempre contente dei miei risultati. Da piccola andavo a casa dei miei nonni e per passare il tempo copiavo le immagini naturalistiche da alcuni libri che vi trovavo.

Ciò nonostante, prima che trovi la sua strada nel disegno, Kiki devia per altre strade,  tappe fondamentali per formare l’artista che conosciamo oggi:

Io avrei voluto studiare arte, ma sono finita al sociopsicopedagogico e lì mi sono un po’ allontanata dal disegno. Mi sentivo diversa dalle altre mie compagne, che magari volevano iscriversi in filosofia o psicologia. Io mi sentivo un pesce fuor d’acqua, volevo dedicarmi all’arte e in quel periodo avevo la fissa della fotografia: così dopo il diploma sono partita per Milano, dove ho frequentato per due anni una scuola di fotografia. Ma non mi sentivo ancora soddisfatta e ho deciso di iscrivermi all’ Accademia di Belle Arti di Sassari.

 

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Chiara termina il suo percorso di studi accademici nel febbraio di quest’anno:

L’Accademia è come una scatola enorme con dentro un po’ di tutto: tu devi frugare, prendere quello che ti interessa e talvolta anche quello che non ti interessa per poi usare ciò che ti serve a tuo piacimento.

L’imprevedibile e colorato mondo di Kiki

L’arte di kiki è densa di significati, l’artista utilizza le sue opere come metodo di indagine e comprensione sia di se stessa che del mondo che la circonda:

Ho sempre pensato che fare arte sia come andare dallo psicologo. Disegnare è uno strumento che mi permette di indagare me stessa. Spesso dicono che i miei lavori tendono al surreale, forse è vero, ma in realtà cerco solo di tirar fuori sensazioni e fantasie che mi appartengono. I miei lavori sono dei piccoli mondi imprevedibili, traggo ispirazione da quello che vivo, sono dei frammenti di me e delle mie percezioni. Quello che mi piace di più quando disegno è che inizio con un’idea, un concetto o una tematica profonda, ma poi finisco per fare dell’autoironia.

 

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In ogni opera di Kiki i pilastri sono la ricerca e la curiosità: l’artista non vuole in alcun modo influenzare l’osservatore, ma condurlo in mondi completamente nuovi e inesplorati, densi di colori e sensazioni:

Quando le persone vedono i miei lavori spero sempre di aprire dei mondi dentro di loro, che non per forza devono coincidere con i miei. Per questo non disegno mai i volti, perché così ognuno può vedere se stesso e fantasticare liberamente, farsi delle domande ed esplorare ciò che vede e sente.

Il coraggio di Chiara sta nel non arrendersi nonostante le tipiche difficoltà di chi vuole vivere d’arte in Sardegna:

Non è facile, spesso capita di partecipare a degli eventi, dipingere e non essere pagati. Un artista agli inizi lo fa per farsi conoscere: bisogna seminare per poter raccogliere. A Sassari ci sono tanti artisti e tante persone che spingono su arte e cultura, che si impegnano e credono in quello che fanno, organizzando mostre ed eventi. Qualcosa si muove, ma sempre lentamente. Molto spesso si rischia di collaborare sempre con le stesse persone, e questo non crea scambio, crea un circolo vizioso.

 

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A proposito di collaborazioni, Kiki condivide con Andrea D’ascanio un importante progetto: PHANGO.

Collaboro spesso con Andrea D’ascanio, un artista e un amico che ammiro molto e con cui condivido da circa un anno PHANGO, ovvero uno spazio/ laboratorio artigianale indipendente nato con l’intenzione di uscire proprio da questi circoli viziosi. Ci occupiamo soprattutto di stampe artigianali, ma in realtà è uno spazio che ci permette di sostenere un certo tipo di arte “nascosta”!

Chiara ha in serbo tante sorprese, ma per ora non vuole svelarsi troppo: noi continueremo a sognare seguendo le scie di colore di Kiki Skipi.
Via libera ai sogni!